Il San Matteo di Pavia è un riferimento per le aritmie minacciose anche a livello europeo.
Lo conferma il lieto epilogo della malattia di un ragazzo che da Stoccolma è stato curato proprio nella struttura pavese
Il ragazzo di 17 anni affetto da una grave forme di malattia genetica, la tachicardia ventricolare catecolaminergica da mutazione della calmodulina, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico di denervazione cardiaca simpatica di sinistra.
La tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica (CPVT) è un disturbo genetico causato da svariate mutazioni, il cui effetto principale è l’alterazione dell’omeostasi del calcio intracellulare. La malattia dà luogo a sincope, o arresto cardiaco, che si manifesta nel 60% degli individui entro i 20 anni d’età.
L’operazione è stata realizzata dall’equipe della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, composta da Luigi Pugliese, chirurgo, coadiuvato da Alessandro Vicentini, aritmologo referente per le malattie aritmogene ereditarie, e da Anna Mori, anestesista.
Il paziente ha sofferto di aritmie ventricolari con arresti cardiaci ripetuti fin dall’infanzia ed è stato trattato in Svezia con farmaci e l’impianto di un defibrillatore cardiaco; ciò nonostante, ha continuato a soffrire di episodi ricorrenti di aritmie ventricolari minacciose per la vita.
Per la drammaticità della situazione i professionisti del prestigioso Karolinska Hospital di Stoccolma hanno contattato gli specialisti del San Matteo di Pavia per programmare l’intervento di denervazione cardiaca.
All’IRCCS San Matteo, grazie all’esperienza del chirurgo generale Luigi Pugliese, tra i massimi esperti in Europa per questo tipo di intervento, la denervazione cardiaca viene eseguita con una tecnica toracoscopica robotica, che permette un trattamento altamente efficace, mini-invasivo e con tempi di recupero molto rapidi.
“Essere tra i pochi centri in Italia ed Europa che possono proporre l’intervento di denervazione cardiaca, ci permette di offrire ai pazienti con aritmie maligne un’arma di trattamento in più per condizioni cliniche che non rispondono alle terapie convenzionali” -dichiara Roberto Rordorf, responsabile dell’Aritmologia della Cardiologia del San Matteo.
Dopo un periodo di monitoraggio presso l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica della Cardiologia il paziente è stato dimesso, pronto per un tranquillo volo di ritorno in Svezia
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